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Cenni storici: In origine sull’area dell’attuale chiesa, vi era una cappella dedicata a S. Nicola di Bari, protettore dei pescatori. Accanto alla cappella vi era un cimitero di Ebrei e poco distante un fiumiciattolo che percorreva il lavinaio verso il mare. Intorno all’anno 800 giunsero in questo luogo (perseguitati dal Califfo Ormar e provenienti dal monte Carmelo in Palestina) alcuni monaci carmelitani con l’immagine della Madonna. Con l’intervento dei devoti pescatori e commercianti del luogo, i monaci edificarono una chiesetta ed un convento. Nel periodo angioino intorno all’anno 1280, con il contributo offerto da Elisabetta di Baviera, al fine di offrire una degna sepoltura al proprio figlio Corradino, fu edificata la chiesa, il cui impianto si ammira tuttora sia pure dopo vari restauri e ricostruzioni. Alcuni particolari episodi segnano la storia di questa chiesa: II miracolo del Crocefisso ed il miracolo della guarigione di molti infermi in presenza del re Alfonso d’Aragona. La devozione dopo questi avvenimenti accrebbe notevolmente, e poiché l’eco giunse a Roma, nell’anno del Giubileo del 1525, l’immagine della Madonna che secondo una leggenda si diceva fosse effigiata dall’evangelista Luca, fu portata in processione a Roma ed esposta nel Vaticano alla devozione dei fedeli per alcuni giorni. La devozione dei fedeli è sempre viva e forse tra le tante chiese napoletane dedicate alla Madonna, il culto del Carmino è maggiormente sentito.
Cenni sull’arte: Lo stile Gotico dell’impianto originario della chiesa, è testimoniato solo nel transetto attraverso i costoloni e le volte. Nei secoli successivi l’edificio ha subito restauri e ricostruzioni con sovrapposizioni architettoniche e testimonianze artistiche di varie epoche, l’edificio conserva poche tracce della originaria costruzione di epoca angioina e mostra sia all’esterno che all’interno, forme tipicamente settecentesche. All’interno, a sinistra della navata è sepolto Corradino di Svevia, decapitato nel 1268 nella piazza antistante. Anche il Crocifisso ligneo di epoca medievale posto in un tabernacolo sotto l’arco trionfale è molto noto e venerato dai fedeli. Nei bracci del transetto si trovano affreschi e dipinti del Solimena. Portato a termine da Fra Nuvolo nel 1631, il campanile è il più alto di tutta Napoli.
Curiosità: II 16 luglio di ogni anno, la festa del Carmine si conclude con l’incendio del campanile. Tale coreografico spettacolo trae origine da un avvenimento storico. La città in epoca non ben definita, era assediata dai Turchi che la minacciavano con lanci di pallettoni di balestre dall’alto di un castelletto appositamente costruito e posto all’esterno delle mura del Carmine. I Napoletani eliminarono il pericolo distruggendo il castelletto
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