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Di origine incerta ma antichissima, poiché nel secolo X i duchi di Napoli Giovanni e Sergio la donarono ai monaci benedettini. Tra il 1500 e il 1600 fu più volte ricostruita e restaurata, gli interventi di risanamento provocarono il taglio della strada omonima mentre la chiesa fu dotata di facciata principale ed accesso frontale (precedentemente vi si accedeva solo lateralmente). Il portale risale al 1738; la chiesa è a navata unica, coperta da una volta a botte, e ha cappelle laterali scandite da archi impostati su pilastri. Nulla vi resta dell’antico, ma vi si osservano quadri preziosissimi; 1° dopo la porta la tavola di tutti i santi,col motto festivitas Omnium Santorum del 1455; 2° la Vergine coi SS. Giuseppe, Antonio Abate ed Agata; 3° sull’altare maggiore la tela della Madonna con i SS. Ippolito e Cassiano sono scuola del Solimena; 4°in una cappella divisa in 2 è un Crocifisso di radice di noce, preziosissimo lavoro forse di Agnolo Cosentino, e una Madonna di stile antico ma restaurata, fiancheggiata da SS. Gennaro e Nicola; 5° la Vergine del Rosario; 6° tavola di S. Antonio di Padova, antica quanto il tempo della santificazione di lui, ma sconciamente restaurata. Il nome di corte potrebbe rimandare alla presenza di un atrio “curtis” antistante.
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