In occasione della Festa del Carmine, torna “Gli echi della rivolta”

Nella prima metà del ‘600 la città di Napoli era precipitata in una grave crisi socio-economica, aggravata dall’assoggettamento alla corona di Spagna che, combattendo guerre sempre più dispendiose, esigeva da Napoli esosi balzelli. Nel 1646 il viceré spagnolo Rodrigo Ponce de Leòn, duca d’Arcos aveva ulteriormente aumentato il carico di tasse applicate, cosìsicché l’anno successivo bastò l’aumento del prezzo della frutta fresca, perché il 7 luglio del 1647 la rivolta scoppiasse in tutta la sua violenza al grido di “Viva il re di Spagna, mora il malgoverno”. Il motto dimostra la gran confusione regnante nel popolo, per il quale il re impersonava ancora la giustizia e i ricchi l’arbitrio. Non fu una rivolta antispagnola, come vorrebbe la storiografia italiana dell’Ottocento, impregnata di retorica nazionalistica, ma un’insurrezione scaturita dalle miserevoli condizioni in cui versava il popolo napoletano.

L’Associazione Culturale NarteA propone un’affascinante visita guidata teatralizzata dal titolo “Gli Echi della Rivolta” che, partendo proprio dal 9 luglio 1647 in cui Masaniello inviò ordini alle città, ai castelli e alle ville vicino all capitale chiedendo di mandare in piazza Mercato a Napoli uomoni armati per la “difesa della pubblica libertà”. Questa data ricorda anche la presa della basilica di San Lorenzo, dove Masaniello si impossessò di alcuni cannoni custoditi nel chiostro. Sempre il 9 luglio, si dice che il giovane pescivendolo ottenne l’autentico “privilegio”, concesso nel 1517 da Carlo V al popolo napoletano.
La rievocazione storica di NarteA, scritta e diretta da Febo Quercia, condurrà i visitatori proprio nel luglio del 1647, quando il popolo napoletano fu messo in “ginocchio” dal governo spagnolo che decise di aumentare le gabelle sulla frutta per l’ennesima volta. Il popolo preso ormai per il collo e guidato dal noto pescivendolo, si ribellò. In una settimana Napoli cambiò volto e tutti coloro che erano stati “pecora”, in pochi giorni si trasformarono in “lupo”. Anche se il potere del denaro riportò tutto alle condizioni originarie, il nome di colui che mosse la rivolta risuona ancora oggi come fosse un mito. 

Un rumore di fondo riecheggia sempre nella città partenopea, proprio in quel luogo dove pulsa ancora il cuore dei napoletani e si possono sentire “Gli echi della rivolta”. Ponendo l’accento sugli aspetti sociali, politici e storici che funsero da cornice agli avvenimenti dell’epoca, attraverso le parole della guida autorizzata della Regione Campania Matteo Borriello e l’interpretazione di Sergio Del Prete, Serena Pisa e Peppe Villa in abiti storici di Antonietta Rendina, si ripercorrerà anche la storia delle persone che gravitarono attorno alla carismatica, ma discussa, figura di Tommaso Aniello di Amalfi.

Loc echi2015


“Gli echi della rivolta”

Data e Orari:
 Sabato 9 Luglio 2016 ore 20:00
Luogo: Basilica Santuario Carmine Maggiore – Piazza del Carmine
Quota di partecipazione: € 12,00 a persona
Prenotazione obbligatoria ai numeri 339.7020849 e 334.6227785

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