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1° Classificato Concorso scrittura NarteA
NON È VERO MA CI CREDO
(Arnaldo Matania)
I treni con gli scompartimenti sono oramai quasi del tutto scomparsi e con loro si è estinta la possibilità di creare quel microcosmo che vi si veniva a miscelare secondo misteriose alchimie o come mi piace pensare secondo affascinanti algoritmi.
Per fortuna Trenitalia sta riesumando antichi simboli, anche il sito internet si chiama di nuovo Ferrovie dello Stato ed in questo periodo di affollamento, per il maggio dei monumenti napoletano, anche i più antichi vagoni vengono rimessi in uso.
Ebbene sì, è proprio verso Napoli che sto andando, non per visitare monumenti o meglio non solo, ma per ritirare un premio. La Società Italiana di Astronomia mi premia per la mia opera di diffusione e comunicazione in campo astronomico. Pare che ad una certa età i colleghi ritengano esaurita la tua verve scientifica e allora fioccano i premi alla carriera, per la comunicazione e per tutta una serie di cose diciamo così collaterali.
Nello scompartimento con me a comporre quel microcosmo di cui sopra c’è una popolazione variamente assortita: una donnona con una gonnona che sembra uscita dalle illustrazioni di “Folklore Italiano”, che parla con un incomprensibile accento e sembra Lucia la sorella dei fratelli Caponi, al secolo Totò e Peppino de Filippo; una taciturna ragazza dai lunghissimi capelli coi riflessi azzurri e che direi profuma di mare; un distinto signore che si è presentato come ingegner Raimondo, e che ha un’aria da antico aristocratico ed infine il simpatico e paffuto frate, che mi siede di fronte ed al quale sto raccontando il motivo del mio viaggio a Napoli.
La discussione, grazie alla antica istituzione dello scompartimento ferroviario, è oggetto dell’interesse e della partecipazione di tutti i presenti.
“Ah dottoressa io sono affascinato dalle stelle. Che prova suprema dell’operato del Signore” “Sa padre io veramente sono atea però le trovo ugualmente affascinanti” “Atea, non crede? Non credo!” “Come sarebbe scusi?” “Non credo che esistano gli atei” “Interessante. Lei non crede che io non creda”.
Qui la mia vena polemica che solitamente avrebbe prevalso si stempera di fronte al sorriso dolce e al contempo malizioso del fraticello. Forse sto invecchiando. Ma la donnona interviene ad interrompere il corso dei miei pensieri “Signò allora vuie facite ‘o roscopo, leggite ‘e stelle?” Vorrei reagire più duramente ma sorrido e dico “No signora bella, sono astronoma non astrologa. Nelle stelle si possono leggere tante cose, anche il passato o il futuro, ma non delle persone. Quella è solo superstizione” “Scusate ma nun capisco. Vuie siete accussì istruita, guardate e stelle e nun vedite o futuro d’è persone? O puverella. Che peccato. Ma nun ve pigliate collera nun avevo capito che site cecata” “Sarebbe a dire cieca?” Adesso stento a restare allegra nonostante il clima rilassato, questa superstizione e la confusione che gli ignoranti fanno fra astronomia e astrologia mi manda sempre fuori dai gangheri. Lascio cadere l’argomento e parlo del più e del meno, della città. “Erano anni che desideravo visitare questa città, in particolare il suo osservatorio astronomico” A questa mia affermazione l’ingegnere si ridesta ed inizia a parlare come animato dal sacro fuoco dell’amore per la sua città, è tutto infervorato “Professoressa lei saprà certamente che l’osservatorio è una antica istituzione, voluto da quei Borbone che erano allo stesso tempo tanto avanti in certi settori e così contraddittoriamente arretrati in altri. Veramente lo specchio della città e della sua storia. Pensi alla prima ferrovia d’Europa, la Napoli – Portici” l’ingegnere è lanciato in un discorso così appassionato sulla sua città che io lo ascolto rapita “Ma non solo, San Leucio un’istituzione utopica socialmente avanzatissima per quei tempi eppure perfettamente funzionante, ma anche Capodimonte” Provo ad interloquire ma chiaramente la sua foga non è arginabile “E sapesse quanta industria c’era e poi la ricerca applicata. Lo sa che la prima nave a vapore del Mediterraneo è stata costruita a Napoli” Provo a rispondere che non lo sapevo, ma la domanda è retorica e l’ingegnere un fiume in piena “Non lo sapeva! Non poteva saperlo perché i Savoia hanno occultato tutto facendo passare l’idea di aver salvato un regno arretrato e sottosviluppato”. La piena si arresta, sembra aver esaurito le forze. Allora trovo lo spazio per dire qualche parola “Sì devo dire che è proprio la complessità di questa città che mi attrae. L’osservatorio ovviamente l’ho studiato ma vederlo è un’altra cosa” A questo punto la ragazza con aria trasognata interviene “È costruito su una collina molto potente” “Come sarebbe a dire potente?” “È una zona con una grande energia esoterica. Nella valle sotto e nel ventre della collina ci sono i più antichi insediamenti religiosi, necropoli, catacombe è una zona magica” Quando sento la parola magia mi devo fare forza per non azzannare alla giugulare chi l’ha pronunciata ma lei continua “Alcune fratrie greche vi avevano la sede e poi i primi cristiani vi si riunivano” “Ma sa signorina io sono una astronoma” “Tutti i maghi, che spesso il cristianesimo ha poi chiamato santi, erano anche astronomi nell’antichità. Sotto il suo osservatorio ci sono le spoglie e l’aura di molti. Non creda che gli architetti dei Borbone lo abbiano costruito lì a caso. Sono stati sicuramente attratti e guidati dallo spirito di Orso, Febo, Eusebio” “Sarebbero dei miei colleghi immagino. Eppure ho scrutato l’universo con telescopi e tanti mezzi ma non mi sembra di aver mai visto alcuno spirito aleggiare” La signorina si fa triste e poi fredda mi dice “Non hai guardato bene, né con la mente né con il cuore, non sei una buona maga”. Sto per rispondere scherzosamente che in effetti è vero che io non sia una buona maga. Ma stiamo entrando in stazione, la donnona si alza per prima “Signò stateve bbona” “Buongiorno a lei” rispondo e poi l’ingegnere ossequioso “Arrivederla professoressa e cerchi di non farsi fuorviare dai luoghi comuni e dalle bugie della storia dei vincitori quando visiterà la città” “Lo terrò senz’altro a mente ingegnere. Arrivederla” “A Madonna v’accumpagna” mi apostrofa il fraticello ed io rispondo d’istinto “altrettante” e lui esce sorridendo. La ragazza non saluta, non parla e non si alza. Resta con aria mesta nel suo posto a guardare dal finestrino con lo sguardo perso. La saluto ma non risponde che con un cenno ed esco, il corridoio si è già svuotato. Scendo e m’incammino lesta sulla banchina. Che strano viaggio, che folla e che chiasso infernale. In questo marasma perdo subito di vista i miei compagni di viaggio. Accidenti la cartella col discorso l’ho lasciata sulla retina della cappelliera. Mi giro e rifaccio tutto il marciapiede del binario. Con la coda dell’occhio mi sembra di intravedere la ragazza dai capelli azzurri ma è solo un manifesto, che fosse una modella? Procedo più veloce che posso, dall’esterno i vagoni sembrano tutti uguali, allora meglio salire e camminare nel corridoio. “Cosa cerca signora?” “Ho dimenticato una cartellina con dei fogli nello scompartimento” “Il treno sta per ripartire. Dov’era seduta?” “Più in là, un vagone con gli scompartimenti” “Sta scherzando? Non ce ne sono più in uso da anni”. Non rispondo e vado rapidamente verso lo scompartimento dov’ero seduta ma effettivamente dopo aver fatto più volte su e giù per i treno non l’ho ritrovato. Avranno staccato il vagone prima di ripartire. Scendo e penso se dovrò riscrivere il discorso o meglio sia andare a braccio e mentre sono soprappensiero mi cade l’occhio su una quadro con la faccia dell’ingegnere. Com’è possibile? È semplicemente un manifesto dell’azienda del turismo. Cappella Sansevero con le misteriose sculture e le allegorie del principe alchimista. Incredibile com’è somigliante sarà un discendente. E poi ancora il manifesto che avevo visto prima con la faccia della ragazza dai capelli azzurri ma anche questo è una quadro. Bacco e Cerere, le sirene Partenope, Leucosia e Ligeia un quadro del 1680 esposto a Capodimonte. Questa storia delle somiglianze inizia a diventare strana. Alle mie spalle sento. “Dottoressa, professoressa, professoressa Hack” è il ferroviere di prima che evidentemente mi ha riconosciuta, è strano ma qualcuno in Italia riconosce anche gli scienziati oltre che le veline e i calciatori. “La sua cartellina, l’ha trovata poi?” “Devono aver staccato il vagone perché non son riuscita a ritrovare lo scompartimento” “Ma glielo ho detto non esistono più i vagoni con gli scompartimenti” “Ma io ci ho viaggiato!” “E sarà stato il famigerato vagone mitico. Ho sentito dire che ci viaggiano la Bella ‘mbriana e il munaciello” “Scherza?” “Certo che scherzo in questa città se non scherziamo come potremmo andare avanti. Però è simpatico avere la Bella’mbriana da salutare rientrando a casa, è una specie di spirito del focolare ed è comodo avere un Munaciello, uno spiritello dispettoso da incolpare quando ci perdiamo qualcosa, sia essa una cartellina o un intero vagone. Non trova?” Lo guardo incredula e mi avvio alla fila per i taxi, fila si fa per dire, è un concetto ignoto da queste parti e sfogliando il giornale mi cade l’occhio sull’oroscopo per molti di voi gemelli della prima decade oggi potrebbe essere una giornata che cambierà radicalmente il vostro modo di guardare alla vita e alle stelle…
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