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La storia della dinastia Sveva a Napoli è legata in modo particolare alla memoria dell’illustre Federico II, non ricordando invece che l’ultimo discendente di questa casata perse la sua vita proprio nella città partenopea. A distanza di 747 anni dalla scomparsa del “fiore purpureo” di Svevia, l’Associazione Culturale NarteA porta in scena il “mito romantico” di un Re morto troppo giovane: domenica 30 ottobre 2016 (ore 10:30) si accendono i riflettori per “L’ultimo degli Svevi”, un’appassionante visita guidata teatralizzata che vuole alternare storia, cultura e aneddoti sul passaggio a Napoli dagli Svevi agli Angioini, ripercorrendo i luoghi emblematici della fine della dominazione sveva e dell’ultimo erede Corrado V di Hohenstaufen.
All’Alba del 29 ottobre 1269, fu eretto un patibolo in Campo Moricino, odierno luogo ove sorge la Chiesa di Sant’Eligio, nei pressi di piazza Mercato a Napoli. Di lì a poco, dopo essere stato imprigionato e sottoposto ad un processo farsa da parte degli Angioini, sarebbe stato ucciso a soli sedici anni l’ultimo discendente di Federico II di Svevia: Corrado V di Hohenstaufen, chiamato per la sua esile e giovane figura Corradino. Quel giorno finì un casato, ma il sacrificio del giovane rampollo della famiglia Sveva costò a Carlo d’Angiò l’odio dell’intera popolazione napoletana. Nel 1266, dopo la morte di Manfredi, alla tenera età di quattordici anni, Corradino fu chiamato in Italia dalla fazione ghibellina. Accolto con favore al suo ingresso in Italia, entrò a Roma trionfalmente, ponendo le premesse per una facile vittoria nel meridione. Fu allora che Carlo d’Angiò, abbandonato l’assedio della colonia musulmana di Lucera, intrapresa per onorare una promessa fatta al Pontefice, si mise in marcia per intercettare al più presto l’esercito di tedesco. Dopo le prime mosse di prova, i comandanti dei due eserciti accettarono lo scontro campale: l’esito della battaglia si mantenne a lungo incerto, finché gli Angioini riuscirono ad avere la meglio. In un primo momento Corradino riuscì a sottrarsi alla cattura, iniziando una rocambolesca quanto umiliante fuga nella campagna, ospite di gente che forse neppure lo conosceva. Alla fine, tradito da alcuni compagni, fu catturato dalle milizie angioine e condotto nel carcere partenopeo.
Questo percorso teatralizzato narrerà della dominazione Sveva, dell’importanza politica ed economica che rivestiva Napoli nel Medioevo attraverso le parole di una guida turistica, alternandosi alla “spettacolarizzazione” dell’evento culturale di NarteA con l’interpretazione degli attori professionisti Marianita Carfora, Antimo Casertano e Sergio Del Prete. L’itinerario partirà dalla Chiesa di Sant’Eligio con il suo famoso orologio e continuerà per piazza Mercato fino a giungere nello splendido chiostro della Basilica del Carmine.
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