Figli d’ ‘a Madonna

Basilica della Santissima Annunziata Maggiore, Via Annunziata, Napoli, NA, Italia
Accessibility
€ 12 per person
book

Ingresso € 12,00
ore 18.00

Prenotazione obbligatoria
posti limitati

NarteA e Teatro Insania presentano “Figli d’ ‘a Madonna” una visita guidata teatralizzata che farà conoscere la storia del Complesso dell’Annunziata, attraverso pièce teatrali, incentrate sull’antica usanza dell’abbandono dei neonati, pratica che ha influenzato anche la vita del grande sculture Vincenzo Gemito.

La visita guidata, a cura della guida Matteo Borriello, conduce gli ospiti all’interno della Basilica SS. Annunziata Maggiore, negli spazi della chiesa, della sacrestia, nella cappella del tesoro e nell’antico cortile dell’ospedale. Nata nel XIV secolo, insieme all’annessa istituzione assistenziale per la cura dell’infanzia abbandonata, la basilica fa parte di un vasto complesso monumentale costituito in origine, oltre che dalla chiesa, da un ospedale, un convento, un ospizio per i trovatelli ed un “conservatorio” per le esposte. I bambini abbandonati venivano introdotti nella famosa ruota, attraverso una specie di tamburo di legno di forma cilindrica e raccolti all’interno da balie pronte ad intervenire ad ogni chiamata. All’esterno, al di sopra della ruota, vi era un puttino di marmo con la scritta: “O padre e madre che qui ne gettate / Alle vostre limosine siamo raccomandati”. Gli ospiti dell’istituzione venivano chiamati “figli della Madonna”, “figli d’a Nunziata” o “esposti”.

La pièce, che si incrocia con gli interventi della visita guidata, ricostruisce l’atmosfera dell’antica istituzione assistenziale napoletana, una delle più note d’Italia. «Un vagito insistente — racconta l’autore e regista Antimo Casertano —, il gemito di un nuovo neonato, echeggia tra le mura del cortile della Real casa dell’Annunziata, stretto tra le braccia di una nutrice, intenta a consolarlo cantandogli una nenia, un rituale che da sempre si ripete all’arrivo di ogni nuovo “Esposto”. Da dove arriva quella creaturina che si agita e si lamenta? Quale storia porta con sé? E quale fatale destino lo attende dopo l’abbandono? Da qui inizia anche la storia delle crudeli e misere origini e poi del riscatto di uno dei migliori scultori ottocenteschi che il nostro paese possa vantare: Vincenzo Gemito,‘o scultore pazzo, anch’egli mortificato e abbandonato nella casa del quartiere Forcella».

Gallery

Chiesa dell'Annunziata

Nel centro storico della città di Napoli, nel quartiere Pendino a Forcella, sorge la Basilica settecentesca della Santissima Annunziata Maggiore. L’imponente struttura, definita da molti un capolavoro di Vanvitelli, è posizionata tra Spaccanapoli e Corso Umberto I. Per visitare la chiesa bisogna quindi abbandonare i classici itinerari turistici ed addentrarsi in uno dei quartieri storici più popolari della città. La prima chiesa fu realizzata nel XIII secolo dagli Angioini e nel cinquecento venne poi ricostruita ed ampliata grazie a Ferdinando Manlio. La struttura, dopo essere stata colpita da un incendio, fu affidata all’architetto Luigi Vanvitelli e al figlio Carlo che la ristrutturarono conferendole un aspetto tardo-barocco. L’interno della chiesa è molto ampio a croce latina con navata unica e presenta sei cappelle laterali. Queste ultime, ricordano la Cappella Palatina nella Reggia di Caserta, realizzata dallo stesso Vanvitelli. La facciata esterna è costituita da colonne classiche, mentre sulla sinistra della chiesa è posto il campanile cinquecentesco. All’interno della struttura è presente una succorpo, ovvero piccola chiesa sotterranea indipendente dalla principale, che il maestro Vanvitelli realizzò per consentire le celebrazioni religiose anche durante i lavori di ricostruzione. Una cripta affascinante a pianta circolare con sei nicchie, nelle quali sono state collocate alcune delle statue scampate all’incendio. Donano una certa importanza artistica alla struttura, la maestosa cupola di Carlo Vanvitelli e la Cappella Carafa, che anche in seguito al disastroso incendio, ha conservato marmi e monumenti sepolcrali del XVI secolo. La chiesa nel 900, venne danneggiata durante la seconda guerra mondiale e fu necessario un restauro sia interno che esterno.

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