Descrizione
Nel monumentale cortile di Palazzo Ricca (via Tribunali, 214), sede del Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, NarteA, propone La città degli Altri, uno spettacolo sull’alienazione che incrocia i casi clinici dell’ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi con le fedi di credito presenti nell’Archivio.
L’Associazione Culturale NarteA, in collaborazione con il Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, presenta il suo nuovo spettacolo, il lavoro è dedicato agli alienati, a quegli emarginati dalla società che, a causa del loro comportamento, sono ritenuti estranei rispetto al vivere in comune. Il termine alienazione significa appunto “essere fuori di sè” e indica la condizione di infermità mentale, di demenza, che viene attribuita a quelli che un tempo – prima della cosiddetta Legge Basaglia – venivano internati nei manicomi. Ma “alienato” è anche chi è considerato “altro da noi”, “fuori dalla nostra comunità”, estraneo o straniero: il termine fa riferimento anche all’atto dell’allontanare, del mettere qualcuno ai margini della comunità umana. Ma la condizione di chi viveva “da alienato” nascondeva spesso storie di isolamento volontario o malattie della società più che del degente. Non di rado gli internati erano semplicemente persone fragili su cui veniva operato un atto di violenza per motivi che il più delle volte non si dovevano conoscere. All’interno dei manicomi si celavano storie di vita che dovevano rimanere nel silenzio: molto più spesso i degenti, gli internati, erano persone a cui, attraverso un atto di forza, si tenatava di tappare la bocca; questi erano poi destinati a diventare folli indotti dalla reclusione e dalle pratiche di disumanità cui erano sottoposti.
NarteA racconta l’alienazione degli “Altri”, proponendo teatralmente le loro vite, riaccendendo le luci su di loro e sulle loro verità grazie alla ricerca di materiale documentario. Lo spettacolo è costruito per dare voce a persone realmente esistite, recluse in vita tra le mura di un’altra “Città”, che imponeva loro con forza e orrore un adattamento mascherato da terapia. «Indagando sulle cause reali dei ricoveri manicomiali – spesso non strettamente legati alla presunta anormalità dei reclusi, ma al loro essere lontani dalla finta moralità della società nella quale vivevano -, La città degli Altri vuole dare voce a coloro che furono resi invisibili in vita perché volontariamente nascosti, – spiega l’autore e regista Febo Quercia – e per fare ciò libereremo storie prigioniere tra le carte impolverate di vecchi archivi.».
Il lavoro teatrale, scritto da Febo Quercia, diretto dallo stesso Quercia e da Fabiano Fazio, si avvale delle scene di Marco Perrella e dei costumi di Antonietta Rendina.
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